25 APRILE 2025 – 80º ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE

A Pofi, presso il Monumento ai Caduti in Largo Moscardini, abbiamo celebrato l’80º anniversario della Liberazione dal nazifascismo alla presenza delle autorità civili, militari, religiose, associazioni e cittadini. Segue il messaggio del Sindaco.

Data:

25 aprile 2025

Tempo di lettura:

5 min

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Descrizione

Messaggio del Sindaco di Pofi Angelo Mattoccia in occasione del 25 Aprile 2025.
80° Anniversario della Liberazione d'Italia.

Autorità civili, militari e religiose,
Care Concittadine, Cari Concittadini,

oggi celebriamo l’80° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Una data solenne, che segna la rinascita della nostra Repubblica, il ritorno alla libertà, alla dignità, alla democrazia.
Una data che rappresenta, oggi più che mai, un’occasione di riflessione profonda sulla responsabilità che ogni generazione ha nel custodire e rinnovare questi valori.

Il 25 aprile 1945 fu la vittoria di un popolo che decise di dire basta alla barbarie della guerra, al dominio della paura, all’abisso della dittatura.
Fu la vittoria della scelta, della coscienza, del coraggio civile.
E oggi, nel 2025, quella scelta ci interpella con forza.
Perché la libertà non è mai una conquista definitiva, ma una tensione continua, un esercizio collettivo.
E perché viviamo in un tempo segnato ancora da guerre, conflitti, disuguaglianze che mettono a rischio i pilastri stessi della convivenza civile.

Pensiamo alla guerra in Ucraina, al dramma in Medioriente, alle tensioni che scuotono il cuore dell’Europa, dell’Africa e del Mediterraneo.
Conflitti che ci interrogano, che ci costringono a misurarci con la parola pace non come sogno retorico, ma come necessità urgente.

In questo contesto, non possiamo non volgere lo sguardo alla figura di Papa Francesco, integrandoci ed aprendoci a una profonda riflessione.
È stato voce profetica, spesso inascoltata, in un mondo che preferisce la logica dell’arma a quella del dialogo.
Ha parlato con chiarezza disarmante: “La guerra è una follia”, “La pace si costruisce con il rispetto, non con la vendetta”, “Mai più la guerra!”
Eppure, quante volte le sue parole sono cadute nel vuoto.
Quante volte le sue denunce – contro l’indifferenza, contro l’economia dello scarto, contro la corsa agli armamenti – sono state archiviate come scomode.
La sua voce, che è stata la voce degli ultimi, dei migranti, dei bambini colpiti dalle bombe in Ucraina come a Gaza, troppo spesso non è stata ascoltata.
E proprio per questo, oggi, il suo insegnamento ci appare ancora più urgente, ancora più attuale.
Perché anche la Resistenza fu, in fondo, un grido inascoltato prima di diventare un’alba di libertà.

E allora oggi, nel celebrare la Liberazione, non possiamo limitarci alla memoria del passato.
Dobbiamo assumerci l’onere e l’onore di raccogliere il testimone di chi ha lottato per un’Italia libera, giusta e in pace.
Dobbiamo educare i nostri giovani alla verità storica, alla memoria viva, al pensiero critico.
Perché come ammoniva il filosofo George Santayana, “chi non conosce la storia è condannato a ripeterla.”
E perché – come ci ha ricordato Piero Calamandrei – “la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.”

Conoscere la storia è fondamentale per non dimenticare e per non prendere abbagli.
Perché il pericolo non sempre si presenta con le stesse sembianze: può cambiare volto, linguaggio, strumenti. Ma resta il medesimo: negare la libertà, dividere le persone, cancellare i diritti.

Grazie a chi tiene viva questa coscienza: agli insegnanti, agli studenti, alle famiglie dei caduti, ai testimoni, alle forze dell’ordine e armate che ogni giorno servono lo Stato democratico.
Vivere questa giornata significa prendere posizione, scegliere ogni giorno da che parte stare.
Stare dalla parte della pace, della dignità, della giustizia.

Che questo 25 aprile sia un patto tra generazioni.
Una giornata come questa non può essere vissuta in tono minore o con timidezza.
Non è un varietà, né un appuntamento da celebrare con il fiato corto della consuetudine.
È una delle pietre miliari della nostra Repubblica.
E come tale, esige pienezza, consapevolezza, partecipazione.
Rendere omaggio con convinzione a quelle donne e a quegli uomini che hanno lottato per la libertà non significa retorica, ma dovere civico e morale.
Il 25 aprile è la festa della democrazia riconquistata, è il giorno in cui si rinnova il patto tra Stato e cittadini, tra memoria e futuro.
La sua solennità non è forma, ma sostanza.

Viva la Resistenza, viva il 25 aprile, viva l’Italia!

A cura di

Sindaco

Piazza Municipio, 1, Pofi, 03026, Frosinone, Lazio, Italia

Telefono: 0775 380013
Email: sindaco@comune.pofi.fr.it
Pec: comunepofi@pec.it
Sindaco

Pagina aggiornata il 25/04/2025