Il problema dell’origine e dell’evoluzione dell’uomo è illustrato sinteticamente con l’ausilio di calchi di ominidi dagli Australopiteci (nel museo è esposto un calco della famosa Lucy, Australopithecus afarensis ) ai primi uomini africani (Homo rudolfensis, Homo habilis, Homo ergaster). E’ naturalmente anche illustrata la diffusione in Asia con calchi di fossili ominidi come Homo georgicus ed Homo erectus. Uno sviluppo importante di questa sezione è dedicata all’arrivo dei primi ominidi in Europa (Homo antecessor, Homo cepranensis). La sezione si è arricchita recentemente con l’acquisizione di altri numerosi calchi di fossili umani, che costituiscono un nucleo importante nelle collezioni didattiche e di confronto del Museo.
L’esposizione del cranio dell’Uomo di Ceprano (800.000 anni, noto anche come Argil), uno dei più antichi fossili umani europei, rappresenta una tappa fondamentale nel percorso del Museo, non solo per l’alta antichità del reperto, ma anche perchè testimonia come il Lazio meridionale interno rappresenti attualmente uno dei territori europei più interessanti nel quadro della preistoria.
Manufatti in pietra di facies arcaica o di Modo 1 sono stati rinvenuti nei livelli sottostanti a quelli in cui era il cranio dell’uomo di Ceprano e nei giacimenti di Arce, Fontana Liri, Castro dei Volsci e Colle Marino (Anagni). La tecnologia molto antica e i dati stratigrafici ricavati dallo studio dei giacimenti, confermano l’arrivo dell’uomo nel Lazio meridionale intorno ad un milione di anni fa, e ricerche recenti tendono a spostare ancora più indietro nel tempo la presenza umana in questo territorio.